1974, une partie de campagne

La morte di Valéry Giscard d’Estaing ha riportato l’attenzione su un film documentario di Raymond Depardon sulla campagna presidenziale di Giscard. Il film si chiama “1974, une partie de campagne” e ha una storia pazzesca.

Nel 1974, durante un volo aereo, Giscard e Depardon iniziano a discutere di un possibile progetto assieme. Depardon gli propone di seguire il modello di “Primary”, un film di Richard Leacock del 1960 sulla campagna di John Fitzgerald Kennedy. Giscard nicchia, chiede prima un preventivo al giovane Depardon ma alla fine accetta. Depardon inizia a seguirlo ovunque, spesso con la macchina da presa in spalla. Du jamais vu.

Depardon vuole filmare “la vérité des choses cachées”, alla Wiseman. Giscard sta al gioco, ma non sa ancora cosa lo aspetta. Depardon infatti privilegia il Giscard del quotidiano: mentre guida la sua utilitaria, mentre si pettina in continuazione i capelli (sua vera ossessione), mentre beve una pinta di birra. Soprattutto, coglie la solitudine dell’uomo e del politico: la scena di Giscard che scopre, da solo, di aver vinto di un soffio le elezioni, è magnifica. In quel momento, davanti alla tv nell’ufficio del Palais du Louvre, ci sono solo loro due. Depardon non fa nulla per nascondere la sua presenza con movimenti continui della macchina da presa, Giscard rimane impassibile. Anni dopo dirà il regista: “C’est lui qui a mis en scène ce moment. C’était un grand acteur, un séducteur, un manipulateur”.

Una volta eletto, Giscard visiona il film a più riprese e, a più riprese, ne impedisce la diffusione. Lo giudica un film “violento”, non gli piace, non è soddisfatto dell’immagine che veicola. Ha paura di quella realtà filmica che gli è sfuggita di mano. Il cinema ha preso il sopravvento. Evidentemente Giscard ha intuito i mutamenti in atto nel rapporto tra politica e immagine, ma ancora non è pronto ad accettarli. Depardon dirà che il vero problema per Giscard era il suono in presa diretta. Qualcosa di rivoluzionario, per la politica dell’epoca, abituata alle inquadratura fisse da lontano e alle musiche aggiunte in montaggio.Sta di fatto che il film rimane bloccato, e ben presto acquisisce la fama di film “censurato”. Depardon, accusato per anni di essere stato troppo “giscardien”, di essersi “venduto” (il collega William Klein gli toglie addirittura il saluto), improvvisamente viene rivalutato a sinistra e prosegue la sua carriera di cineasta.Il film esce infine nel 2002, 28 anni dopo. Al momento della diffusione stampa e pubblico rimangono sorpresi. Il film non presenta alcun elemento di “violenza” o di sconvenienza, come era lecito aspettarsi. Giscard non darà mai spiegazioni, la sua ostinazione rimarrà sempre incomprensibile. “1974, une partie de campagne” è un documento prezioso, in anticipo sui tempi. Riesce a fotografare un’epoca di mezzo, come solo certo cinema può fare. Ancora oggi Depardon lo ritiene il suo film migliore.